Il de Martino

Il de Martino. Storie Voci Suoni. Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario è edito dall’ISRPT Editore dal 2021.

Reg. Tribunale di Milano n. 370/ del 25.6.1994

Direzione: Antonio Fanelli e Mariamargherita Scotti

Direttore responsabile: Paolo De Simonis.

Redazione: Gianfranco Azzali, Stefano Bartolini, Elisa Bellè, Bruno Bonomo, Ilaria Bracaglia, Silvia Calamai, Alessandro Casellato, Maria Valeria Della Mea, Gianfranco Francese, Roberta Garruccio, Roberto Labanti, Hilde Merini, Chiara Paris, Simona Pezzano, Sandro Portelli, Omerita Ranalli, Francesca Socrate, Chiara Spadaro, Valerio Strinati, Jacopo Tomatis, Giulia Zitelli Conti.

Corrispondenti: Francesco Bachis, Irene Bolzon, Andrea Brazzoduro, Piero Cavallari, Luca Des Dorides, Lorenzo D’Orsi, Olivia Roger Fiorilli, Enrico Grammaroli, Rachel Love, Enrico Pontieri, Antonio Maria Pusceddu, Matteo Rebecchi, Camillo Robertini, Claudio Rosati, Giulia Sbaffi, Stefania Scagliola, Igiaba Scego, Antonio Vesco, Sara Zanisi.

Comitato Scientifico: Rudi Assuntino, Maria Luisa Betri, Marco Buttino, Antonio Canovi, Giovanni Contini, Pietro Clemente, Fabio Dei, Donna DeBlasio, Luisa Del Giudice, Gabriella Gribaudi, Eugenio Imbriani, Ignazio Macchiarella, Ferdinando Mirizzi, Fabio Mugnaini, Gloria Nemec, Lidia Piccioni, Carla Simone Rodeghero, Emanuela Rossi, Alessandro Triulzi, Gilda Zazzara, Dorothy Louis Zinn.

ISSN 2281-8316

 


Il de Martino. Storie Voci Suoni

n. 36/2023

La foto di copertina celebra il centenario della nascita del fondatore dell’Istituto Ernesto de Martino, l’intellettuale e militante socialista Gianni Bosio (1924-2024), a cui la rivista dedica uno speciale con articoli di Chiara Paris e Mariamargherita Scotti e il catalogo della mostra multimediale Racconti voci canti. Ascoltare Gianni Bosio a cent’anni dalla nascita. Dalla terza edizione del Festival delle Culture di Collelongo del Circolo Gianni Bosio arrivano il bel resoconto di Claudio Tosi e il vivace dialogo di Alessandro Portelli con Vinicio Capossela, mentre Giuliano Marotta e Giulia Zitelli Conti presentano l’esperienza Aiso della prima scuola di storia orale e public history nel paesaggio metropolitano di Roma, a Tor Marancia. Il numero si apre con una poesia di Fabio Franzin dedicata ad Anila Grishnaj, morta sul lavoro il 14 novembre 2023 a Pieve di Soligo. Un dono prezioso, come quello di Yuliia Chernyshova, che ci affida il racconto del suo incontro con una delle ultime sopravvissute a Ravensbrück, avvenuto nel cuore dell’Ucraina in guerra. Chiara Spadaro ci porta sui passi di José Saramago in Alentejo, mentre Antonio Fanelli prende spunto da un volume di recente pubblicazione per riflettere sul tema della popular music con un taglio antropologico originale e critico. Un taglio originale che caratterizza anche lo speciale dedicato al convegno Piccoli gruppi, azioni collettive, trasformazione dei costumi: variazioni sul tema di un passo di Andrea Caffi sulla socievolezza (Venezia, 6-7 ottobre 2023), con interventi di Daniela Perco ed Erika Valente, Giulia Brunello, Rosa Marzano. Per scandagliare le diverse forme di possibile restituzione delle interviste, il racconto/intervista di Clemente Bicocchi al burattinaio Mariano Dolci – tra storia del fuoriuscitismo, Resistenza, anarchismo e movimenti antiautoritari degli anni ’60 – accompagna una parziale riscrittura del dialogo in forma narrativa all’ascolto di alcuni passaggi della registrazione originale. Per la rubrica Il lavoro si racconta, infine, Zoe Battagliarin ci porta alla scoperta del lavoro d’albergo – soprattutto femminile – nella provincia di Rimini, grazie a una serie di interviste condotte per la sua tesi di laurea dopo un’esperienza in prima persona nel settore.

Sommario

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In pie, te un tenpo che cròea 
Fabio Franzin – p. 7

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Se i vivi ricordano. La testimonianza di una sopravvissuta
a Ravensbrück in tempo di guerra 9
Yuliia Chernyshova – p. 9

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Portogallo. Viaggio in Alentejo con Mariana Amália Basuga 
Chiara Spadaro – p. 17

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Pedro e le fragole: note antropologiche sulla popular music
Antonio Fanelli – p.  35

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“I ricordi si faranno strada”. Costruire e restituire una scuola
di storia orale e public history
Giuliano Marotta e Giulia Zitelli Conti – p. 45

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Voglio scrivere di Collelongo
Claudio Tosi – p.  53

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Dialogo in pubblico di Sandro Portelli con Vinicio Capossela – p. 61

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Piccoli gruppi, azioni collettive, trasformazione dei costumi

Introduzione
Piero Brunello, Alessandro Casellato, Mario Infelise – p. 79

Esperimenti e strategie di rete ai piedi del massiccio del Grappa
(Valle di Seren) dagli anni Ottanta a oggi 
Daniela Perco ed Erika Valente – p. 81

La strada, la casa e il teatro: anarchismo e socialità a San Paolo
(1900-1930) 
Giulia Brunello – p. 90

Amicizia, femminismo e storia orale: uno studio su Anna Maria Bruzzone
Rosa Marzano – p. 99

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Bosio100
«L’unico modo perché Gianni Bosio continui a vivere». Anticipazioni di una ricerca sul network internazionale dell’Istituto Ernesto de Martino
Chiara Paris – p. 109

Ascoltare Gianni Bosio a cent’anni dalla nascita. Riflessioni intorno a un anniversario
Mariamargherita Scotti – p.  123

Catalogo della mostra Racconti, voci, canti. Ascoltare Gianni Bosio a cent’anni dalla nascita – p. 134

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Interviste
Pane e Antifascismo.
Intervista / Racconto di Mariano Dolci, burattinaio
Clemente Bicocchi – p.  159

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Il lavoro si racconta
A ognuna la sua stagione.
Un racconto al femminile del lavoro d’albergo in provincia di Rimini 
Zoe Battagliarin – p.  183

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Note e recensioni
Due intellettuali in fabbrica nella Francia di ieri e di oggi. Una nota a partire da Robert Linhart, L’établi, Paris, Les Éditions de Minuit, 2021 [1978] e Joseph Ponthus, Alla linea. Fogli di fabbrica, Milano, Bompiani, 2022
(di Alberto Bramati) – p. 207
Sopravvivere. Una nota a partire da Vincenzo Rabito, Il romanzo della vita passata, Torino, Einaudi, 2022
(di Pietro Clemente) – p. 221
Nadia Maria Filippini, “Mai più sole contro la violenza sessuale. Una pagina storica del femminismo degli anni Settanta, Roma, Viella, 2022
(di Alessandra Gissi) – p. 229
Luca Rossomando, Le fragili alleanze. Militanti politici e classi popolari a Napoli (1962-1976), Napoli, Monitor Edizioni, 2022
(di Jessica Matteo) – p. 232

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ISSN 2281-8316

ISBN 978-88-6144-087-6

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Il de Martino. Storie Voci Suoni

n. 35/2023

In questo numero le molte potenzialità e varianti della storia orale trovano particolare espressione grazie a un ampio ventaglio di temi e di tempi: da Erodoto storico orale di Giorgia Proietti al futuro distopico immaginato da Francesco Vietti postillato da Fabio Dei; da Alessandro Portelli, che ci fa letteralmente ascoltare la Roma di Pier Paolo Pasolini, alla memoria dei “moti del macinato” in Emilia esplorata Marco Montanari; dalla raccolta di fonti orali sulla battaglia notav del Controsservatorio Valsusa (Ezio Bertok) al racconto autobiografico di Tiziana Plebani sulla trasmissione orale di una storia risalente alla Prima guerra mondiale. Ai 50 anni dalla morte di Giovanni Pirelli è dedicato un piccolo speciale, con un ricordo di Annalisa Ferretti preceduto da un’introduzione di Mariamargherita Scotti. Nella rubrica Saggi ospitiamo il lavoro di una giovane musicologa russa, Ekaterina Ganskaia, dedicato allo sviluppo della canzone di massa nei primi anni di vita dell’Unione Sovietica.

La rubrica Ascoltare il lavoro apre una finestra su uno snodo che ci sta molto a cuore: se oggi sia possibile, e come, parlare di “classe”. Lo fa affrontando il tema della letteratura working class, che rimette al centro del discorso una serie di questioni che per l’Istituto Ernesto de Martino e per questa rivista hanno carattere fondativo: i confini e i contenuti della “classe” oggi; le soggettività che vi stanno all’interno e le loro differenze orizzontali e verticali; la cultura, o le culture, popolari e di classe; i lavori che definiscono l’attuale working class; il problema della “voce” e della sua genuinità. Stefano Bartolini dialoga con Alberto Prunetti ripercorrendo la lunga strada della letteratura a sfondo sociale e approfondendo i motivi, i caratteri e le istanze di questa nuova produzione culturale che è una rivendicazione di esistenza e una forma di politica attiva che riafferma la non neutralità della letteratura. Gli interventi di Chiara Paris e Luigi Vergallo dialettizzano e interrogano le posizioni di Prunetti. Paris riflette sulla sua esperienza al Festival della letteratura working class tenutosi alla Gkn di Campi Bisenzio, mentre Vergallo prende le mosse Melanconia di classe di Cynthia Cruz per incrociare la sua parabola personale con le istanze sollevate dalla letteratura working class e sparigliando le carte delle identità sociali, mai del tutto univoche e definitive.

 

Sommario

 

Editoriale – p. 7
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Copertina
Simona Pezzano – p. 11 
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Erodoto storico orale. Una lettura alla luce degli studi socio-antropologici
sulla tradizione orale 
Giorgia Proietti – p. 15
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Il taccuino e il registratore: come suona la città di parole di Pier Paolo Pasolini 
Alessandro Portelli – p. 27
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Agostino Cervi e i moti del macinato a Campegine 
Marco Montanari – p. 40
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Notav: ascoltali, avvicinati, guardali negli occhi 
Ezio Bertok – p. 51
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La ragazza della Foresta Umbra 
Tiziana Plebani – p. 59
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Per Giovanni Pirelli

Sandali e calzoncini rimboccati. Un ricordo “ad altezza di bambina” 
Mariamargherita Scotti – p. 69
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La casetta di Giovanni 
Annalisa Ferretti – p. 76
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Saggi

«La canzone ci aiuta a costruire e a vivere». La canzone di massa sovietica come forma dell’ideologia nei primi anni dell’Urss 
Ekaterina Ganskaya – p. 85
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Storie

Semuren 
Francesco Vietti – p. 103

Antropologia e fantascienza: noi e gli altri 
Fabio Dei – p. 113

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Il lavoro si racconta

«Io penso che le persone di classe lavoratrice devono poter esprimere
il proprio immaginario». Un dialogo con Alberto Prunetti a proposito
del suo lavoro di scrittore e della narrativa working class
Stefano Bartolini – p. 121

Ancora intellettuali vs subalterni? Una nota dal Festival di letteratura
working class 
Chiara Paris – – p. 146

Frammenti di classi sociali e classi sociali in frammenti.
Melanconia di classe di Cynthia Cruz 
Luigi Vergallo – p. 154

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Note e recensioni

Il corpo mi appartiene. Donne e consultori a Nordest, a cura di Alfiero Boschiero e Nadia Olivieri, «Venetica. Rivista di Storia Contemporanea», 2022, n. 1 (di Anastasia Barone) – p. 165
Migrazioni tunisine e disillusioni giovanili. Karim e gli altri. La gioventù tunisina dopo la Primavera, Torino, Rosenberg & Sellier, 2022 (di Carmelo Russo) – p. 171

Una nota a partire da Vincenzo Santoro. Il tarantismo mediterraneo. Una cartografia culturale, Alessano, Itinerarti, 2021 (di Eugenio Imbriani) – p. 178

Ancora su antropologia e letteratura. Riccardo Castellana, Lo spazio dei Vinti. Una lettura antropologica di Verga, Roma, Carocci, 2022 e De Martino e la letteratura. Fonti,
confronti e prospettive, a cura di Paolo Desogus, Riccardo Gasperina Geroni, Gian Luca Picconi, Roma, Carocci, 2021 (di Marco Fabbrini) – p. 183

Chiara Becattini, La memoria dei campi. La Risiera di San Sabba, Fossoli, Natzweiler-Struthof, Drancy, Firenze, Giuntina, 2022 (di Elena Cadamuro) – p. 193

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ISSN 2281-8316

ISBN 978-88-6144-085-2

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Il de Martino. Storie Voci Suoni

n. 34/2022

Questo fascicolo de «Il de Martino. Storie voci suoni» è un’ottima testimonianza dei tanti modi, oltre che temi, in cui è possibile declinare il rapporto tra storia e oralità.

Valerio Strinati ha alle spalle una lunga carriera di funzionario con il compito, tra gli altri, di predisporre gli atti parlamentari. Qui ci spiega che la trascrizione dei discorsi che si fanno nelle aule e nelle commissioni di Camera e Senato è argomento tutt’altro che tecnico, perché ha doppiamente a che fare con la democrazia: garantisce la pubblicità e quindi il controllo dei lavori parlamentari da parte dei cittadini, e rende verificabile la correttezza delle procedure di produzione delle leggi. Ci piace segnalare che il saggio è maturato in maniera indipendente ma consonante con la riflessione da poco approdata al volume Scrivere quasi la stessa cosa. La trascrizione come atto interpretativo nella pratica della storia orale (curato da Francesca Di Meo, Roberta Garruccio e Francesca Socrate nella collana “Storia Orale” diretta da Gabriella Gribaudi per Editpress).

La storia orale compare in più vesti nel contributo che Alessandro Casellato ha scritto a partire dall’affioramento inaspettato di un “etnotesto” (un dialogo in rima in dialetto vicentino) risalente ai moti del macinato del 1868 e trasmesso oralmente per centocinquant’anni in ambito comunitario e poi familiare: questa “tradizione orale” è messa in relazione con un’intervista con la persona che ne era portatrice e poi con la ricerca dell’“oralità d’archivio” risalente ai fatti narrati, che diedero origine a indagini, a un processo, e quindi a raccolte di voci, interrogatori, verbali.

Altre voci sono quelle che compongono il paesaggio intorno a cui dialogano Luca Bozzoli e Renato Rinaldi: due documentaristi e in certo senso anche artisti della dimensione sonora, qui associata a una strada statale ad alto scorrimento tra Milano e la Brianza. La statale 36 è la protagonista di un audio documentario che Rinaldi ha realizzato con spiccata sensibilità antropologica. Ci serve anche a segnalare l’attenzione crescente che la nostra comunità scientifica sta riservando al revival della dimensione “aurale” che la tecnologia podcast sta offrendo da alcuni anni, facendoci immaginare e sperimentare nuove applicazioni per la storia orale.

Il Festival delle Culture Popolari a Collelongo – di cui viene offerto un resoconto a firma di Claudio Tosi – e la Scuola di storia orale nel paesaggio appenninico del Dolo e del Dragone – da cui sono tratti i tre articoli di Antonio Canovi, Laura Artioli e Paolo De Simonis sul canto del “Maggio” – recano le tracce di due interventi estivi delle nostre associazioni sul territorio, in alcuni dei luoghi dell’Italia periferica che ci piace frequentare conducendo esercizi di storia orale come pratica di ascolto e presa di parola, produzione canora e musicale.

Per la rubrica Interviste, in questo numero ospitiamo il dialogo tra due grandi interpreti della storia orale internazionale – Steven High e Alessandro Portelli – introdotti da una nota di Gilda Zazzara, apprezzata storica del lavoro che ci fa piacere avere con noi anche in questo numero, che aiuta il lettore italiano a contestualizzare il loro discorso all’interno della storiografia internazionale sulla deindustrializzazione. Un’altra intervista, a cura di Silvia Ruggeri, è protagonista della rubrica Il lavoro si racconta, e offre un contributo originale e utile per la comprensione di un recente quanto clamoroso caso di sfruttamento semi schiavile di manodopera immigrata all’interno di Grafica Veneta, una delle aziende manifatturiere tecnologicamente più progredite e – come si usa dire – “leader mondiale” nel suo settore.

I due Saggi ospitati su questo numero trattano in apparenza di esperienze lontane e quasi opposte, ma che in verità si parlano. L’articolo di Amerigo Manesso è una sorta di auto-etnografia condotta con fonti orali sulla propria famiglia: contadini del Veneto che hanno attraversato il Novecento in modo tutt’altro che gregario o inconsapevole, ma anzi operando scelte, facendo progetti, orientandosi con le risorse e le categorie di una cultura popolare spesso ignorata o mal compresa dalla storiografia. Il saggio di Antonio Maria Pusceddu, da parte sua, intreccia le fonti orali con un’autobiografia operaia e un archivio militante, entrambi prodotti da un attivista sindacale del petrolchimico di Brindisi: anche in questo caso siamo di fronte a una «rivendicazione della propria presenza storica» – così ne scrive l’autore – ovvero un’azione controcorrente rispetto al senso comune che si è formato negli ultimi decenni sul significato che hanno avuto nel Novecento la grande industria e il movimento operaio e sindacale nel Mezzogiorno.

Storie è una rubrica che apre a modi di esplorazione e rappresentazione della realtà diversi da quelli disciplinari presidiati dalla storiografia o dall’antropologia. Gabriella Ghermandi ce ne regala una che ha ricevuto dal proprio padre spirituale e che racconta in forma trasognata il mito fondante collettivo dell’Etiopia; Alessandro Triulzi la postilla e ci aiuta a decodificarla. L’eco di questo dialogo italo-etiope sconfina dentro lo spazio delle Note e recensioni, che si apre con un commento di Serena Facci a un progetto musicale di “ethio-traditional-jazz” messo in piedi da Ghermandi e Atse Tewodoros. Tra i diversi libri segnalati all’interno della rubrica, richiamiamo quello sudamericano dedicato all’imprevisto nella pratica della storia orale: anche qui a dare il la alla riflessione è una canzone: “Um indio” di Cateano Veloso.

Congediamo questo numero della nostra rivista proprio nei giorni in cui in Brasile la democrazia è sotto attacco di forze reazionarie: la nostra voce si unisce a quella delle tante donne e uomini che la stanno difendendo.

Sommario

Editoriale 

L’oralità parlamentare e le sue trascrizioni
Valerio Strinati

Voci dal passato. Un «curioso dialogo» sui moti del macinato del 1869
Alessandro Casellato

Un paesaggio fatto di voci
Intervista di Luca Bozzoli a Renato Rinaldi

Il Festival delle Culture Popolari a Collelongo
Claudio Tosi

Cantare il Maggio. Scuola di storia orale nel paesaggio del Dolo e del Dragone

Il primo canto, la lingua madre
Antonio Canovi

Il Maggio come educazione sentimentale
Laura Artioli

Maggio fuor di luogo
Paolo De Simonis

Interviste

La storia orale, come l’etnologia o l’antropologia, ha a che fare con la differenza
Intervista di Steven High ad Alessandro Portelli, con una nota di Gilda Zazzara

Saggi

Contadini nella storia. Narrazione familiare con fonti orali
Amerigo Manesso

«Ed io non volevo lasciare l’impronta del fuggiasco». Memoria e scrittura di un militante sindacale nel petrolchimico di Brindisi
Antonio Maria Pusceddu

Il lavoro si racconta

Essere uomo, non solamente lavoratore. Un operaio pakistano di Grafica Veneta tra migrazione, caporalato e cittadinanza
Silvia Ruggeri

Storie

Storia della regina di Saba
Gabriella Ghermandi, con un commento di Alessandro Triulzi

Note e recensioni

Maqeda, Gabriella Ghermandi e Atse Tewodros Project, 2022
(di Serena Facci)

L’imprevisto, l’esotico e l’ovvio. Una nota a partire da Entrevistas imprevistas.
Surpresa e criatividade em história oral, a cura di Miriam Hermeto e Ricardo Santhiago, prefazione di Mercedes Vilanova, postfazione di Alessandro Portelli, São Paulo, Letra e Voz
(di Carla Simone Rodeghero e Syrléa Marques Pereira)

Marco Buttino, Vite provvisorie. Braccianti africani nell’agricoltura globalizzata del Saluzzese, con la collaborazione di Benedetta Schiavone e una introduzione fotografica di Federico Tisa, Roma, Viella, 2022
(di Barbara Sorgoni)

Dalla resistenza alla rivendicazione. Una nota su razzismo e ironia a partire da Kossi Komla-Ebri, Imbarazzismi. Esercizi di razzismo quotidiano, Roma, Edizioni Q, 2021
(di Francesco Bachis)

Vite di tabacco. Macere maceratori tabacchine. Rappresentarsi. Raccontarsi, a cura di Laboratorio di Storia di Rovereto, introduzione di Federica Martinato, Mori (TN), La Grafica, 2021
(di Quinto Antonelli)

Montaldi, chi era? Una nota a proposito di due recenti pubblicazioni: Fabrizio Bondi, Narratori della leggera. Danilo Montaldi e la letteratura dei marginali, Roma, Carocci, 2020; Lasciare un segno nella vita. Danilo Montaldi e il Novecento, a cura di Goffredo Fofi e Mariuccia Salvati, Roma, Viella 2021
(di Giuseppe Muraca)

Un percorso tra immagini, parole e Legohistory. La città del lavoro. Mostra della Fondazione Valore Lavoro, Palazzo Comunale di Pistoia, 16 ottobre-12 novembre 2022
(di Claudio Rosati)

Mostra multimediale L’ascolto e la visione. Don Nicola Jobbi e l’Appennino centrale del XX secolo, a cura di Gianfranco Spitilli, Roma, Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, 3 maggio-31 agosto 2022
(di Giulia Zitelli Conti)

ISSN 2281-8316

ISBN 978-88-6144-081-4

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Il de Martino. Storie Voci Suoni

n. 33/2022

Con questo fascicolo la rivista «Il de Martino. Storie voci suoni» entra nel secondo anno della sua nuova vita. Alle spalle, un anno e mezzo di intenso lavoro redazionale, scambi proficui, discussioni fertili di idee e di prospettive per il futuro, culminate nella bella riunione – finalmente in presenza! – a Sesto Fiorentino, il 10 aprile scorso. Le presentazioni pubbliche dei numeri 31 e 32 hanno contribuito, inoltre, a stimolare il nostro impegno in una direzione aperta e dialogante con le molte comunità e i molti soggetti che si sono mostrati interessati alla proposta di guardare al contemporaneo «rimettendo occhi e orecchie sui territori», come scrivevamo un anno fa. A questo obiettivo rispondono senz’altro le preziose poesie di Fabio Franzin, poeta-operaio e operaio-poeta che ci porta la voce del distretto del mobile dell’Alto Livenza. «Una voce piena della rivoluzione deindustriale», la definisce Gilda Zazzara nella sua illuminante e altrettanto preziosa introduzione, mettendo sull’avviso il lettore: «può essere un po’ urticante la sua opera per chi cerchi l’impegno, l’anelito di liberazione o anche una più tiepida fierezza del mestiere», ma questa è la cultura operaia della “periferia industriale” tra Veneto e Friuli. Il tema delle scritture – poetiche e letterarie – torna nel dialogo tra Luisa Passerini e Graziella Bonansea a partire dal romanzo di quest’ultima, Più che la notte, dedicato alla vicenda di Massimiliano Maria Kolbe: una densa conversazione tra due studiose, due storiche, intorno al tema cruciale del “dare parola” al passato, tra memoria, storia orale e letteratura. Il dossier tematico è dedicato al Vademecum per il trattamento delle fonti orali, presentato il 27 ottobre 2021 a Roma, con il contributo decisivo di Aiso: frutto di un lungo confronto interdisciplinare, il Vademecum – introdotto da Alessandro Portelli e presentato nei suoi punti qualificanti da Alessandro Casellato, Maria Francesca Stamuli e Silvia Calamai – è uno strumento fondamentale per tutti coloro che lavorano con le fonti orali e si occupano di archivi orali, e rappresenta un importante passo in avanti nella costruzione della “cassetta degli attrezzi” utile alla produzione e conservazione di fonti dalla forte complessità storica, metodologica e ontologica. Il ruolo rilevante degli archivi e, in particolare, la loro relazione con le fonti orali e sonore acquista un posto rilevante nella riflessione della nostra rivista grazie all’articolo di Virginia Niri sul progetto “Voci d’archivio”: intervistare donatori e donatrici di alcuni fondi presenti presso l’Archivio dei movimenti di Genova per valorizzare il portato identitario, politico e militante, degli stessi fondi e dei loro soggetti produttori. E proprio al valore politico e militante del fare archivio ci introducono i racconti di Alessandro Grassi pubblicati nella rubrica Storie con i “controcanti” di Antonio Fanelli e Mariamargherita Scotti. Alessandro è stato una figura fondamentale della vita dell’Istituto Ernesto de Martino, un “archivista-attivista” dalle straordinarie doti di analisi delle pratiche dell’ordinare e del descrivere, maturate nel suo paziente lavoro di sistemazione della nastroteca dell’Istituto. Ci ha lasciato improvvisamente, l’aprile scorso, proprio mentre aspettavamo di pubblicare questo suo contributo, che assume oggi un significato di profonda gratitudine per tutto quello che ha saputo essere e fare. A un uso “aperto” degli archivi si richiama, infine, anche Leila Harkat nel suo racconto dell’esperimento di labour public history realizzato dalla Fondazione Valore Lavoro a Pistoia nel settembre 2021: un video mapping sulla facciata del palazzo comunale con la proiezione di immagini provenienti dal patrimonio fotografico della Camera del lavoro della città. Immagini di feste del lavoro e manifestazioni che hanno riportato la storia negli stessi spazi in cui “è stata fatta”, con lo scopo di coinvolgere i passanti nel “montaggio” narrativo dell’artista Jacopo Rachlik. Le interviste di Paola Stelliferi ad Anastasia Barone e a Teresa Bertilotti sulle traiettorie e le eredità del femminismo segnano per parte loro un doppio inizio: l’apertura di un cantiere di riflessione sul genere, sui femminismi e sulla storia (e il presente) delle donne e la pubblicazione di interviste in versione integrale. Il saggio di Caterina Mongardini – molte le voci femminili, come si vede, in questo fascicolo – ci porta invece per le strade di un piccolo borgo d’Abruzzo, Pescocostanzo, sulle tracce della «memoria debole» dell’internamento fascista: una ricerca spinta da ragioni autobiografiche che fa ricorso alla storia orale come strumento per scardinare o almeno provare a spiegare una (apparente?) amnesia collettiva. Nella rubrica dedicata al lavoro, infine, Monica Dati affronta il tema della formazione con un articolo sulle 150 ore attraverso le testimonianze dei lavoratori e delle lavoratrici della Toscana: grazie alle interviste, Dati ci presenta, vivo, «il clima di partecipazione, aggregazione e impegno civile» di questa esperienza, che invita a riflettere, nel presente, sul significato e sul valore dell’educazione degli adulti. Merita un accenno, in chiusura, la rubrica delle Note e recensioni, che appare in questo numero particolarmente ricca di stimoli e di contributi, a ulteriore concreta testimonianza della rete di relazioni che la rivista sta costruendo nel suo farsi.

Sommario

Editoriale 

L’inverno scuro del lavoro: cinque poesie di Fabio Franzin 
Gilda Zazzara

L’immagine e la memoria: un esperimento di labour public history 
Leila Harkat

Voci d’archivio. Fonti orali e storia pubblica: alienazione, restituzione e accessibilità 
Virginia Niri

Mimesis e rappresentazione. Una conversazione su storia,
memoria e letteratura 
Luisa Passerini – Graziella Bonansea

Archivi orali: un Vademecum per la conservazione

Vita e morte della parola 
Alessandro Portelli

Vademecum per il trattamento delle fonti orali: i punti qualificanti
Definizioni e presupposti legali 
Alessandro Casellato

Produzione e conservazione della fonte orale 
Maria Francesca Stamuli

Acquisizione e valorizzazione degli archivi orali 
Silvia Calamai

Interviste

«Un legame che non si sa bene da dove venga, però c’è».
Due interviste sul femminismo, con Anastasia Barone
e Teresa Bertilotti 
Paola Stelliferi

Saggi

Pescocostanzo, 1940-1943. La memoria carsica
dell’internamento fascista 
Caterina Mongardini

Storie

Piccola storia di una nastroteca errante / Le Olive di Ivan 
Alessandro Grassi

I “churinga” di Sesto Fiorentino e il corteo del Primo maggio 
Antonio Fanelli

Contro il potere degli archivi 
Mariamargherita Scotti

Il lavoro si racconta

150 ore: voci ed esperienze dalla Toscana 
Monica Dati

Note e recensioni

Il disco e la voce. A partire dall’articolo di Fanelli e Tomatis
(di Alessandro Portelli) 

L’archivio di Sergio Landini presso la Fondazione pistoiese
Promusica (di Claudio Rosati)

La mostra “Augusta Conchiglia nei sentieri del Fronte Est. Immagini
(e suoni) della lotta di liberazione in Angola”, a cura di Maria do
Carmo Piçarra e José da Costa Ramos, Museu do Aljube, Lisbona,
luglio-dicembre 2021 (di Maria do Carmo Piçarra e Giulia Strippoli)

Valeria Luiselli e le ragioni della letteratura. Valeria Luiselli,
Dimmi come va a finire. Un libro in quaranta domande, Roma,
La Nuova Frontiera, 2017; Ead., Archivio dei bambini perduti,
Roma, La Nuova Frontiera, 2019 (di Simona Bertacco)

Alla riscoperta delle fiabe orali. Una nota a partire da Glauco Sanga,
La fiaba. Morfologia, antropologia e storia, Padova, CLEUP, 2020
e Alberto M. Cirese e Pietro Clemente, Raccontami una storia.
Fiabe, fiabisti e narratori, Palermo, Edizioni Museo Pasqualino,
2021 (di Cristina Lavinio)

Disability Studies. Una nota a partire da The Routledge Handbook of
Disability Activism (1st ed.), a cura di Maria Berghs, Tsitsi Chataika,
Yahya El-Lahib, Kudakwashe Dube, London, Routledge, 2020, Crip
Camp– disabilità rivoluzionarie, regia di James LeBrecht, Nicole
Newnham, Usa, 2020 e Matteo Schianchi, Disabilità e relazioni
sociali: temi e sfide per l’azione educativa, Roma, Carocci, 2021
(di Luca Des Dorides) 

Carlo Costa e Gabriele Di Giuseppe, Corpo estraneo. Storia di
Giorgio Vale (1961-1982), Milano, Milieu edizioni, 2021
(di Jessica Matteo) 

Anna Maria Bruzzone, Ci chiamavano matti. Voci dal manicomio
(1968-1977), a cura di Marica Setaro e Silvia Calamai, Milano,
Il Saggiatore, 2021 (di Luigigiovanni Quarta) 

Brunella Basso e Raffaella Bosso, Non solo storie per ragazzi,
in La pagina che non c’era, a cura di Diana Romagnoli, Maria
Laura Vanorio, Paolo Trama, Milano, Zanichelli, 2022, pp. 556-229;
Gabriele Proglio, I fatti di Genova. Una storia orale del G8, Roma,
Donzelli, 2021; Gianluca Staderini, Di tutti i colori. Un bambino
di nome Carlo, Roma, Red Star Press, 2021 (di Ilaria Bracaglia) 

Ilaria Bracaglia ed Eddy Olmo Denegri, Un ingranaggio collettivo.
La costruzione di una memoria dal basso del G8 di Genova, Milano,
Edizioni Unicopli, 2020 (di Tommaso Rebora)

 

ISSN 2281-8316

ISBN 978-88-6144-078-4

€ 20,00

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Il de Martino. Storie Voci Suoni

n. 32/2021

Nel caleidoscopio di voci che aprono il n.32, Indira Chowdhury, fondatrice e presidente dell’Associazione indiana di storia orale, ci porta alle pendici dell’Himalaya, in una complicata realtà storica e geopolitica. Lorenzo D’Orsi ci spiega la storia del martirologio di Grup Yorum in sciopero della fame sino alla morte per protestare contro l’oppressione del governo guidato da Erdoğan mentre Alfiero Boschiero tratteggia il paesaggio industriale della via Castellana, dove scoppia il caso dello schiavismo tra i lavoratori pakistani della prestigiosa industria Grafica Veneta.

La storia narrata da Luigi Vergallo ci porta invece nel cuore di una palestra milanese di arti marziali dove la pratica dello sport favorisce l’incontro con un’umanità sofferente e in cerca di riscatto che trova negli sport estremi e clandestini e nel reclutamento nella guard labor una difficile e inquietante via di inserimento nella società post-industriale dominata dalla centralità della logistica. Roberta Garruccio contestualizza queste storie nello scenario complesso del capitalismo finanziario facendo dialogare proficuamente la scrittura creativa con la ricerca storico-economica.

Francesca Socrate presenta un ampio saggio con i primi risultati della ricerca in corso su memorie, vissuti e percezioni della vecchiaia durante la pandemia da Covid-19. Nicolò Angius ci parla invece di Isola Posse All Stars, esperienza cruciale della stagione delle Posse.

Le voci, le storie e i suoni della mobilitazione della Gkn di Campi Bisenzio sono al centro degli interventi di Stefano Bartolini e Antonio Fanelli che provano a ricucire alcune trame complesse che si addensano in questa straordinaria lotta operaia. Dal problema della guard labor e dei costi sociali delle delocalizzazioni alle forme espressive della comunicazione operaia, il cantiere di ricerca, tuttora in corso, prova a focalizzare alcune delle questioni più rilevanti per un rilancio degli studi sulle culture operaie.

Il dossier tematico “Storie e memorie del Pci: voci, suoni e miti del comunismo italiano” vuole contribuire al centenario del Pci mostrando la fecondità dello studio delle testimonianze soggettive per capire alcuni tasselli della storia del partito e dei suoi militanti (come nel contributo di Maria Luisa Righi sulla biografia di Gramsci) e soprattutto per cogliere la dimensione antropologica del vissuto quotidiano, del sogno collettivo e dell’utopia concreta, tra mito e immaginario, come suggerisce Alessandro Portelli. Le storie di vita (come quella di Luciano Dei registrata dal figlio antropologo Fabio Dei) sono degli strumenti cardine di questa prospettiva di ricerca dal basso nelle pieghe delle memorie collettive e individuali. Anche gli archivi storici si aprono a una lettura più ampia e penetrante del rapporto complesso tra soggettività, esperienze locali e storia nazionale e internazionale (si vedano il contributo di Andrea Borelli sulla Calabria e i giovani sessantottini, la densa nota di Mariamargherita Scotti sull’archivio Secchia e la sua mitopoiesi rivoluzionaria e l’originalità dei materiali video conservati alla Fondazione Isec di Sesto Giovanni e analizzati da Primo Ferrari e Sara Zanisi). I suoni e le forme espressive, i dischi e i canti del Pci – al centro del contributo di Jacopo Tomatis e Antonio Fanelli – aprono un ulteriore terreno di ricerca per valutare il radicamento dei comunisti nella società italiana e il contributo originale quanto contrastato allo sviluppo dei consumi culturali e alla modernizzazione dei sistemi di comunicazione.

Sommario

Editoriale

Raccontare alla macchina: una storia infinita di confini e di assenza,
Indira Chowdhury

Distruggere corpi e fabbricare persone: la resistenza dei Grup Yorum, Lorenzo D’Orsi

Se un giorno un viaggiatore… Il multiverso degli interessi e dei lavori nel Veneto del capitalismo flessibile, Alfiero Boschiero

«Ti voglio bene, avanti avanti, con te o senza di te». Un ricordo di Paolo Pietrangeli, Stefano Arrighetti

Storie e memorie del Pci: voci, suoni e miti del comunismo italiano

Le testimonianze come fonti sulla vita di Gramsci, Maria Luisa Righi

Comunismo immaginario: Dante profeta, Gramsci fuggitivo, e una separazione necessaria, Alessandro Portelli

«La scure non può cancellare ciò che la penna scrive». Il Fondo Pietro Secchia tra autobiografia e storia del passato recente, Mariamargherita Scotti

Evviva il comunismo e la libertà: Cetona 1946, Fabio Dei – Luciano Dei

I dischi del Pci, Antonio Fanelli – Jacopo Tomatis

Per una storia del Pci calabrese: gli anni Settanta dalle colonne di «questaCalabria», Andrea Borelli

Voci e suoni dal Pci a Milano: appunti dagli archivi comunisti
conservati da Fondazione Isec, Primo Ferrari – Sara Zanisi

Festa dell’Unità di Piadena, anni ’60, foto di Giuseppe Morandi
(Archivio storico della Lega di Cultura di Piadena)

Saggi

La vecchiaia, all’improvviso. Anziane e anziani nel Covid, Francesca Socrate
Isola Posse All Star: sperimentazioni sonore come mezzo espressivo. Riflessioni sul percorso musicale del gruppo insieme a Dee Mo, Nicolò Angius

Storie

I denti per terra, Luigi Vergallo

Fighting di classe: arti marziali, guard labor e logistica. Nota su una giuntura non ovvia nel nord dell’Italia post-industriale, Roberta Garruccio

Il lavoro si racconta

La resistenza degli operai Gkn, Stefano Bartolini
«E voi come state?»: la mobilitazione della Gkn di Campi Bisenzio
e la ricerca sulla cultura operaia, Antonio Fanelli

Note e recensioni

Il metodo Calegari. Una nota a partire dalla ripubblicazione de La sega di Hitler (di Giovanni Contini); Per un bilancio in forma di racconto sul primo “Festival delle culture popolari” del Circolo Gianni Bosio (di Omerita Ranalli); New York City Trans Oral History Project: mappare attraversamenti e transizioni nello spazio storico della metropoli (di Giulia Sbaffi); Clara Zanardi, La bonifica umana. Venezia dall’esodo al turismo, Milano, Unicopli, 2020 (di Bruno Bonomo); Giulia Novaro, Abitare i margini. Politiche e lotte per la casa nella Torino degli anni Settanta, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 2020 (di Luciano Villani).

ISSN 2281-8316

ISBN 978-88-6144-076-0

€ 20,00

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Il de Martino. Storie Voci Suoni

n. 31/2021

Una rivista che mette al centro della sua agenda la storia orale, le culture e le musiche popolari, il mondo del lavoro e le trasformazioni della società contemporanea. Infatti nel numero 31 troverete interventi sui navigator e sulla memoria del G8 di Genova, su oralità e scrittura in Italo Calvino, e poi un ricordo di Alberto Sobrero, un ampio saggio sulla storia di vita di un rifugiato somalo a Torino, un racconto inedito sugli interstizi urbani, un’ampia sezione di Note e recensioni e due dossier tematici fortemente intrecciati tra di loro su temi che agitano le nostre vite e complicano il nostro tempo: le “Storie orali nel tempo del Covid-19” (con interventi da New York e dal Brasile) e lo “smart working” analizzato a partire da una ricerca dell’IRES Toscana.

Sommario

Editoriale

Pionieri di un futuro già finito? I “navigator” si raccontano, Alessandro Casellato

Costruire uno spazio di ascolto. L’esperienza dei Cerchi della Memoria sul G8 di Genova, Ilaria Bracaglia

Oralità e scrittura in Calvino, Alessandro Portelli

“Hora de baj”. È ora di andare. Un ultimo saluto ad Alberto Sobrero, Pietro Clemente

Storie orali nel tempo del Covid-19

Covid-19: sfida globale per la storia orale, Riki Van Boeschoten

“Mi sono sentita nella Storia”: insegnare a NYC ai tempi del Covid-19 e del Black Lives Matter, Laura Petroni Montanari

Storia orale del Covid-19 in Brasile: una testimonianza, Carla Simone Rodeghero, Clarissa Sommer Alves e Rodrigo de Azevedo Weimer

CURAMI: una conricerca sul lavoro socio-assistenziale durante la pandemia, Chiara Davoli e Costanza Galanti

Sulla mancata memoria dell’epidemia “spagnola”, Giovanni Contini

Fake news e leggende metropolitane al tempo del Covid, Antonio Fanelli

Come suona la Toscana (in tempo di pandemia), Antonella Dicuonzo, Daniele Palma, Ludovico Peroni e Giulia Sarno

Covid-19: due composizioni in ottava rima, Maurizio Abbafati

Saggi

Abdi in gabbia: i guai di un migrante somalo in Italia, Marco Buttino in collaborazione con Mariella Allemano

Storie

Interstizi urbani, Francesco Pecoraro

Il lavoro si racconta

Un giorno all’improvviso… perché una ricerca sul cosiddetto “smart working”, Gianfranco Francese

Lavorare da casa durante la pandemia. Donne e smart working in Toscana. Una ricerca in soggettiva, Sandra Burchi

Lavorare da casa: vecchi problemi e nuove sfide, un dialogo tra Eloisa Betti, Sandra Burchi e Stefano Bartolini

Una stanza (non) tutta per sé: lavoratrici e smart working in una ricerca dell’Ires Cgil della Toscana, Valerio Strinati

Note e recensioni

Oltre la trappola del presentismo: una nuova collana di storia orale (di Andrea Brazzoduro); Convegno “Scrivere quasi la stessa cosa. La trascrizione come atto interpretativo nella pratica di storia orale”. Un resoconto (di Bianca Pastori); Adriano Prosperi, Un volgo disperso. Contadini nell’Italia dell’800, Torino, Einaudi, 2019 (di Livio Vanzetto); La storia di uno storico. Vite vissute e no di Mario Isnenghi, un io/me che racconta un sé (di Pietro Clemente); Anna Ditta, Marco Passaro, Andrea Turchi, Hotel Penicillina. Storia di una grande fabbrica diventata rifugio per invisibili, Infinito Editore, 2020 (di Susanna Buffa); Domenico Infantolino, Patria di parole. Autobiografia degli italiani di Libia, Padova, Cleup, 2020 (di Alessandra Vigo); Joe Sacco, Tributo alla terra. L’ultima frontiera del colonialismo industriale, prefazione di Giovanni De Mauro, Milano, Rizzoli, 2020 (di Stefano Bartolini); Itamar Vieira Junior, Aratro ritorto, Bracciano, Tuga, 2020 (di Igiaba Scego)

ISSN 2281-8316

ISBN 978-88-6144-072-2

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