Call for Papers per un numero monografico di Farestoria. Società e storia pubblica, Rivista dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia.
Negli ultimi quarant’anni l’attenzione per la relazione tra scienze e imperi coloniali è divenuta sempre più ampia nell’ambito del dibattito storico. Già a partire dagli anni ’80, la storiografia aveva iniziato ad interrogarsi criticamente sulla validità del modello diffusionista di sviluppo della scienza fuori dal contesto europeo, proposto dagli studi di George Basalla alla fine degli anni ’60; un modello che guardava al progresso scientifico come trasferimento unilaterale della conoscenza dal centro europeo al resto del mondo. Influenzate dalle prospettive marxiste e successivamente dagli studi di Michel Foucault, Edward Said e dei Subaltern Studies, le analisi si erano indirizzate, tra anni ottanta e novanta, sulla scienza e medicina come strumenti di consolidamento degli imperi coloniali – mezzi di sfruttamento dei territori di conquista e forze culturali di dominazione, anche se contestate e negoziate. A partire dagli anni duemila, l’attenzione della storiografia si è progressivamente spostata sui problemi di circolazione, scambio, traslazione e mobilità della scienza, indagata non più come sistema di sapere occidentale o solo come strumento dell’imperialismo europeo, ma come impresa di fabbricazione “globale”. All’analisi del dinamismo delle periferie si è sostituita un’attenzione per le reti, le interconnessioni e le pratiche quotidiane di produzione della conoscenza oltre le frontiere nazionali e imperiali. Il risultato di queste trasformazioni concettuali – permesse dalle riflessioni della storia e sociologia della scienza, passata dallo studio del pensiero scientifico all’analisi della scienza come pratica situata socialmente, geograficamente e materialmente – è la costruzione di una storia dei saperi cosciente del ruolo giocato dallo spazio coloniale nella formazione della scienza moderna.
Leggi tutto “Attori, pratiche e circolazione dei saperi scientifici nello spazio coloniale italiano”