Fascicolo 1/2024
Call for Columns del numero monografico della rivista «Farestoria. Società e storia pubblica»
Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Pistoia
La memoria, intesa come processo di costruzione sociale del passato, è da sempre al centro di complesse dinamiche politiche. Nel tempo, attori istituzionali e non (compagini statali, gruppi politici, ecc.) hanno elaborato e riscritto le narrazioni storiche per legittimarsi, ricercare consenso, rafforzare la propria autorità e/o costruire identità collettive. I poteri statali continuano a intraprendere azioni per diffondere, se non imporre, un determinato senso del passato attraverso provvedimenti sui programmi scolastici, interventi sul calendario civile, la creazione e/o lo smantellamento di siti della memoria e musei, misure sulle attività di ricerca, ecc. Sono fenomeni caratteristici dei regimi autoritari, ma che interessano pure gli organismi statali e sovranazionali, come l’ONU e l’UE, di matrice democratico-liberale. Questi hanno fatto delle attività commemorative uno dei principali strumenti per educare la cittadinanza ai valori democratici (in particolare, il rispetto dei diritti umani), sebbene tali iniziative finiscano non di rado per trasformarsi in una sorta di “catechismo laico”, un insegnamento prescrittivo che risulta poco significativo ed efficace. Inoltre, anche nei paesi democratici sempre più spesso le autorità e la politica mobilitano e manipolano il passato per rilanciare e rinsaldare narrazioni nazionaliste.
Leggi tutto “Quale passato? Politiche della memoria, usi politici della storia e conflitti memoriali nel tempo presente”