Il 5 maggio 1921 la sede della CGIL pistoiese veniva assaltata e devastata da squadristi fascisti a conferma che il movimento mussoliniano riteneva opportuno e necessario percorrere la strada della violenza armata, strumento per giungere al potere e da lì dare luogo, come effettivamente accadrà, dopo il discorso del 3 gennaio 1925 ad un regime totalitario e tale da comprimere ogni forma di libertà e di dissenso. A cento anni di distanza quanto visto in queste ore attraverso gli schermi televisivi fa tornare l’orologio della storia drammaticamente e pericolosamente indietro, a quel periodo in cui le sedi delle Camere del lavoro e delle sezioni dei partiti sono state oggetto di distruzione, di devastazioni, di assalti e di attacchi pesanti. Come ci ricorda la storiografia nei primi sei mesi del 1921, solo nella Val Padana, sono date alle fiamme 40 Case del Popolo, 36 Camere del Lavoro, 73 cooperative, 75 leghe contadine, 29 tra sezioni e circoli socialisti, 25 tra giornali, tipografie, biblioteche popolari e sindacati per un totale di 270 sedi distrutte.
Quanto accaduto ieri a Roma rappresenta la punta dell’iceberg di narrazioni negazioniste o riduzioniste rispetto al ventennio fascista e alla deportazione nei campi di concentramento e di sterminio, rappresenta la punta di un iceberg fatto di celebrazioni o commemorazioni già condannate dalla Storia o di intitolazioni di vie, piazze o di realizzazione di monumenti, lapidi, sculture a ricordo e memoria di persone e personaggi che si sono macchiati di gravi fatti. Come Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in provincia di Pistoia oltre a manifestare la nostra solidarietà alla CGIL per quanto avvenuto, proseguiremo a svolgere il nostro lavoro, quello di raccontare la Storia ma quella Storia ricostruita, narrata, illustrata e rappresentata attraverso le fonti che sono conservate nelle biblioteche, negli archivi, nei centri di documentazione, laddove si fa cultura, laddove si annida la conoscenza, il sapere, laddove possono formarsi giovani e meno giovani, uomini e donne, laureati e non e conseguentemente tutti coloro che hanno il “fuoco” della curiosità che arde nella loro anima e desiderano approfondire la storia del ’900. Come Istituto proseguiremo nel fare memoria, nel portare testimonianza e continueremo a ispirarci al dettato costituzionale, alla Convenzione dei diritti dell’uomo e a tutto ciò che è necessario, indispensabile e utile per la formazione dei cittadini di oggi, di domani e di dopodomani.