Venti anni fa il Parlamento ha istituito per legge il giorno della memoria in ricordo dello sterminio e della persecuzione del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
L’Art 1 recita:
“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”
Sarebbe sbagliato considerare quello che avvenne sotto il Terzo Reich come un lontano evento, interessante solo per la storia europea. Purtroppo la Shoah è un tema di attualità, i massacratori di ebrei, partigiani, sinti e omosessuali non erano dei pazzi, o dei sadici: parteciparono al più spaventoso crimine contro l’umanità di tutti i tempi perché credettero a quelle che chiamiamo oggi fake news, abilmente costruite. Com’è stato possibile? I tedeschi erano stati sconfitti nella prima guerra mondiale, poi una crisi economica senza precedenti li aveva travolti. La società traboccava di risentimento e disperazione. I nazisti, prima e dopo la presa del potere, indicarono negli ebrei un capro espiatorio perfetto. Furono da Hitler accusati di aver provocato la sconfitta; di essere una “razza”, e non una religione; di produrre una tubercolosi razziale fra le nazioni e di essere al centro di un complotto che univa il capitalismo mondiale e il bolscevismo e aveva lo scopo di dominare il mondo. Per questo dovevano sparire.
Quegli argomenti oggi paiono incredibili, ma furono creduti. Ogni epoca ha le sue fake news, e quelle, altrettanto violente, che circolano oggi non sono meno incredibili ma anch’esse vengono credute.
Da sole però le fake news non sono sufficienti: perché si realizzino crimini contro l’umanità di quella portata è necessario un quadro istituzionale fondato su quelle false notizie. I volenterosi carnefici di Hitler poterono agire non solo perché credevano al suo antisemitismo radicale ma perché operarono all’interno di uno Stato, modificato dai nazisti, che sollecitava lo sterminio e lo organizzava metodicamente.
La democrazia è fragile, come abbiamo potuto vedere in tempi recentissimi, e la natura umana imperfetta. Gli uomini sono manipolabili, quando sono accecati dalla frustrazione e attanagliati dalla disperazione possono arrivare a credere al complotto ebraico o alla terra piatta, o a altre sciocchezze. E quando sono convinti di una cosa gli esseri umani sono capaci di tutto. Smettiamo di considerare i massacratori di allora (ma anche i potenziali massacratori di oggi) come appartenenti ad un’altra specie umana: erano come noi, e hanno fatto quello che hanno fatto.
Perché la Shoah divenisse possibile, però, non bastava che le folle fossero state persuase dall’antisemitismo criminale di Hitler: era necessario che Hitler andasse al potere e distruggesse le istituzioni democratiche. Per poi realizzare il suo progetto di sterminio grazie al potere dello stato e alla collaborazione di chi alla sua ideologia aveva creduto.
Il giorno della memoria non parla quindi solo del passato, ma di un passato che può tornare, se alle notizie false e violente viene concesso di circolare impunite e se la democrazia viene sgretolata. Parla quindi di noi, oggi.
Il Presidente onorario ISRPT, On. Roberto Barontini
Il Presidente ISRPT, Dott. Giovanni Contini