I movimenti di Genova, 20 anni dopo. Call for Paper per un numero monografico di Farestoria. Rivista dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia
Tra il 1999 e il 2003 lo scenario politico mondiale fu attraversato dal cosiddetto movimento “altermondista”, un soggetto composito e internazionale che muoveva da istanze economico-sociali rivendicando una globalizzazione diversa e alternativa da quella che si stava imponendo dopo la fine della Guerra fredda, sintetizzata nello slogan “Un altro mondo è possibile”.
Definito anche come “il movimento dei movimenti”, questa ondata di attivismo si caratterizzò per aver posto con forza una critica di sistema al modello di globalizzazione neoliberista (da cui l’altra definizione di “No global”, fatta propria dagli attivisti) ma anche per una certa dose di indeterminatezza di prospettive. Al suo interno furono presenti numerosi aspetti, anche non lineari fra loro: dai Social forum agli “assedi” contro le grandi assisi degli organismi internazionali (WTO, G8, Consiglio europeo, Davos ecc.); componenti cattoliche, marxiste, ecologiste e anarchiche; uso dei nuovi media all’epoca emergenti (video e internet) e persistenza di forme di comunicazione politica novecentesca (volantini, musica attraverso la nuova formula dei sound system ecc.); un approccio spaziale alla dimensione dell’attivismo che tentava di coniugare la consapevolezza dell’interdipendenza planetaria con i limiti geografici di azione riassunta sempre con uno slogan, “pensa globale agisci locale”; crinale fra l’ultima mobilitazione del ‘900 e la prima del nuovo secolo ed incubatore di una nuova “estetica” della protesta e di forme di attivismo che si sarebbero poi manifestate di nuovo dopo la crisi economica del 2008 in Grecia e in movimenti come Occupy Wall Street e 15 Mayo (Indignados); infine, seppur intergenerazionale nella partecipazione – in particolare ai social forum – il movimento ebbe una forte componente e carica generazionale, tale da segnare i nati tra gli anni ’70 e ’80 del XX secolo. Un aspetto che tuttavia non sempre, e non ovunque, ha lasciato un’eredità e si è trasformato successivamente in una qualche forma di progetto e/o di organizzazione politica, come nel caso dell’Italia, paese tra i più coinvolti nelle mobilitazioni al tempo ma di cui è difficile ritrovare traccia di quel movimento e di quelle elaborazioni nello scenario politico già negli anni ’10 del XXI secolo (a differenza di Spagna, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Grecia).
Farestoria vuole cogliere l’anniversario dei fatti del G8 di Genova del luglio 2001, evento segnante e simbolico tra i più importanti impressi nella memoria pubblica, per iniziare a storicizzare quella fase storica a cavallo fra i due secoli e quei movimenti politico-sociali, con uno sguardo ampio che spazi dalle esperienze e condizioni che contribuirono a determinarlo fino alle componenti che ne fecero parte, con un’ottica che tenga insieme tanto le eredità novecentesche che si manifestarono nel movimento “No global” quanto la sua proiezione, o mancata proiezione, sul XXI secolo ancora da venire, identificandone le specificità, le continuità e le rotture. Importante sarà anche identificare una “storia” del movimento, nei suoi passaggi politici e scansioni temporali così come la dimensione della memoria di quella stagione.
Le linee di ricerca suggerite sono:
– L’influenza delle esperienze latino americane come lo zapatismo della metà degli anni ’90 del XX secolo, i social forum di Porto Alegre, la teologia della Liberazione ecc.
– Le componenti politiche e sociali del movimento e/o la dialettica interna allo stesso
– Il dato generazionale nella partecipazione dal basso
– Le forme di comunicazione e/o di mobilitazione adottate
– La traiettoria storica del movimento e le sue scansioni interne
– La fine del movimento e il suo lascito
– La memoria pubblica e privata, con particolare attenzione alla dimensione generazionale
– Le fonti per lo studio del movimento
Le proposte, di un massimo di 3.000 caratteri spazi inclusi più un titolo, dovranno pervenire entro il 6 aprile 2021 insieme a un breve curriculum (2.000 caratteri).
Sarà data tempestiva comunicazione delle proposte selezionate entro una settimana circa dalla scadenza della Call, contestualmente all’invio delle norme redazionali.
Il lavoro finale – un saggio di 50.000 battute con apparato di note – dovrà essere consegnato entro il 15 giugno 2021.
I saggi saranno sottoposti a referaggio single blind.
Le proposte dovranno essere inviate all’indirizzo mail: farestoriaredazione@gmail.com
CFP I movimenti di Genova 20 anni dopo – Rivista Farestoria