Riportiamo qui integralmente l’intervento dell’ex presidente Roberto Barontini svolto in occasione dell’assemblea dei soci dell’Istituto storico della Resistenza di Pistoia il 12 settembre 2020. Nel corso dell’incontro, Roberto Barontini fu nominato presidente onorario dell’ISRPT.
Il mio primo approccio con l’Istituto è stato quasi venti anni fa, quando Aldo Bartoli, con i due Vicepresidenti dell’Istituto, Enrico Bettazzi e Marco Francini, vennero a chiedermi di fare il presidente. Io risposi che non ero uno storico, loro mi dissero che non volevano uno storico, che loro stessi, insieme a molti altri, erano storici, ma volevano un “Politico”. Fui eletto dal Consiglio direttivo il 17.06.2001. Riuscimmo a cambiare la sede, che era allora in via dell’Ospizio, in un garage di proprietà della Provincia, dove d’inverno pioveva, e il Direttore, prof. Fabio Giannelli, doveva coprire i libri con i teli di nylon perché non si sciupassero. Fu iniziato un lavoro di ricerca sulle vittime dimenticate del fascismo e della guerra, come ad esempio i Fratelli Guermani (Luciano e Giorgio, di 17 e 18 anni, uccisi a Piteglio il 12 settembre del ’44). Ogni anno nel giorno della loro morte viene messo un ricordo nel cimitero, grazie a noi che abbiamo ritrovato nel 2002 la loro storia. Un altro esempio è quello delle due ragazze uccise alla Macchia Antonini la cui memoria era sepolta per pregiudizi di genere: Luisa Biagi e Giulia Giovannini. Per loro e per il riscatto del loro onore di giovani donne abusate e uccise, fu realizzato un cippo a cui ogni anno l’ANPI della montagna, i sindaci e l’ISRPT portano un fiore e ricordano la loro storia. E poi a Calamecca per le altre vittime uccise nel settembre 1944 fu pubblicato il libro di Gian Paolo Balli, “Un normale settembre di guerra”, che riporta la memoria di quel paese. E sempre grazie all’iniziativa dell’Istituto, fu posta nel cortile del Palazzo comunale una lapide in ricordo di Ione Pacini, una bimba di appena cinque anni (una delle ultime morti prima della Liberazione), e a Montecatini una targa in ricordo dei bambini deportati ad Auschwitz.
Al Liceo Forteguerri abbiamo voluto ricordare i primi germi della Resistenza, i quattro studenti condannati e incarcerati per attività antifascista, Silvano Fedi, Vanni La Loggia, Fabio Fondi, e Carlo Giovannelli. Ricordo queste cose, per darvi un esempio di quello che abbiamo fatto, ma ce ne sono molte altre.
Siamo entrati nel mondo della scuola, dal 1999 abbiamo iniziato un grande progetto in collaborazione con la Provincia di Pistoia, Scenari del XX secolo, che ci ha visto portare nelle aule storie desuete e poco conosciute, di paesi lontani, Brasile, Sudafrica, Irlanda, Cipro, America, con la commemorazione di Sacco e Vanzetti, con film e musiche. Scenari del XX secolo, oltre ad offrire un panorama di storia internazionale e di storie semisconosciute in questi ultimi anni si è caratterizzato per un esame delle vicende italiane: ad esempio il ‘68, gli stessi anni ’70, la nascita della CEE (Comunità economica europea) e il relativo processo di integrazione europea. La Casa editrice caratterizzata per la pubblicazione di microstorie ma anche di storia a più largo respiro. L’impegno nelle scuole si è caratterizzato non soltanto con le lezioni su vari aspetti e tematiche della storia locale, nazionale e internazionale ma anche l’attivazione di corsi di formazione per docenti.
La sezione didattica, a cui insieme al Direttore Fabio Giannelli ha collaborato a lungo anche il prof. Mauro Matteucci, la dr.ssa Michela Innocenti, poi divenuta anche Direttrice, e molti altri, oggi coordinata da Alice Vannucchi, ha svolto un lavoro costante ed esteso a tutte le scuole della provincia.
Il progetto “Radici” realizzato con l’associazione “Shoot for Change” di Roma che ha permesso di intervistare 14 ex partigiani ed esporre la loro gigantografia nel corso della mostra a ricordo del 70° Anniversario della Liberazione della provincia di Pistoia (2014); inoltre sempre nell’ambito dello stesso siamo stati invitati a parlare in un Liceo della capitale.
Al Liceo Forteguerri è stato sviluppato l’ importante progetto Devoto sulla memoria della Shoah, con cinque lezioni tenute da importanti ricercatori, fra cui la filosofa e studiosa di Hannah Arendt, Daniela Belliti, progetto che si è ampliato, con la messa in scena, da parte degli studenti, del libro “La speranza tradita” del medico psichiatra, collega di Mario Tobino al Manicomio di Maggiano di Lucca, dr. Andrea Devoto: lo spettacolo è stato premiato a Roma, fra i migliori spettacoli prodotti nelle scuole nel 2018/19 dal Ministero della Pubblica Istruzione. L’Istituto ha anche firmato un accordo di collaborazione con la Fondazione Devoto, per continuare a collaborare a progetti sull’emancipazione delle fasce deboli, senzacasa, alcoolisti, soggetti a dipendenze, etc., che erano i soggetti a cui si è dedicato il dr. Andrea Devoto negli ultimi anni di vita.
L’istituto ha da alcuni decenni una casa editrice: abbiamo continuato a stampare la rivista “Quaderni di Farestoria”, e io, personalmente, ho scritto oltre settanta prefazioni sia sulla rivista sia sui libri. Abbiamo partecipato, nel 2010/2011, con un romanzo edito da noi, La Libellula di Bert D’Arragon, al premio letterario nazionale Chianti, risultando secondi nella Cinquina d’onore, insieme a libri di Sellerio, Garzanti e Marsilio.
Ho partecipato, in rappresentanza dell’Istituto, per ben quattro volte, ai dibattiti ed alla presentazione del libro di Luca Baiada sulla strage del Padule di Fucecchio, “Raccontami la strage del Padule” voluta dall’Amministrazione comunale di Fucecchio, editore Ombre Corte, 2016.
In questi anni, dentro e tramite l’Istituto, ho conosciuto molti amici ai quali sono rimasto legato da profonda e sincera amicizia, ho conosciuto Fabio Giannelli, Giampaolo Balli, Michela Innocenti, Marco Francini, Enrico Bettazzi, e tanti altri e altre, li ho conosciuti ed apprezzati tutti, fino all’ultimo collaboratore Edoardo Lombardi.
Molti giovani, non sto a rammentarli tutti, oggi guidati dall’attuale direttore, Matteo Grasso, hanno dato grandi contributi alla ricerca; Filippo Mazzoni e Sonia Soldani come vicepresidenti stanno dando il loro contributo in maniera lodevole.
Infine, vorrei aggiungere una mia citazione, dal libro curato da Pierluigi Guastini, “Storia contemporanea di Pistoia dal 1944 al 1995, pag. 110. Ero deputato: «Quando nell’87 la legislatura fini anzitempo, fui uno dei pochi parlamentari che non si stracciarono le vesti perché ero consapevole di quanto aveva scritto Max Weber: “La politica consiste in un lento e tenace superamento di dure difficoltà da compiersi con passione e discernimento al tempo stesso. Ed anche chi non è né un capo né un eroe deve forgiarsi quella tempra d’animo che gli consenta di reggere al crollo di tutte le speranze. Solo chi è sicuro di non venir meno, anche se il mondo, considerato dal suo punto di vista, è troppo stupido o volgare, e sa di poter dire ancora: non importa continuiamo, solo un uomo siffatto ha la vocazione della politica”».
Oggi vi dico, che vi ringrazio della proposta che il consiglio Direttivo fa, che mi onora, e vi dico che resto con voi, non posso andar via, resterò sempre con voi.